Stephen Hawckins

Noi esseri umani siamo dei tipi curiosi. Siamo sempre a caccia di risposte. Le inseguiamo sui terreni più ardui, chiedendoci se la vita ha un significato. Penserete che si tratti di una questione filosofica, ma, secondo me, la Filosofia è morta. La risposta è nella Scienza. Stephen Hawckins, Disegno dell’Universo, parte II.


... e miglior ventura per noi sarebbe se i problemi di Firenze e della Toscana fossero visti e risolti con l’ occhio e le decisioni dei Fiorentini e dei Toscani”. Anonimo toscano

Chi nella vita crede di procedere senza le sacre leggi della logica e della matematica, si pasce di confusione. Leonardo da Vinci

lunedì 26 agosto 2013

Estonia: grazie al libero mercato è diventata leader mondiale nelle tecnologie



Altri mondi 12 Agosto 2013

di REDAZIONE
Proponiamo in ANTEPRIMA per L’Indipendenza la traduzione integrale in italiano dell’articolo How did Estonia become a leader in technology?, tratto da The Economist. (Traduzione di Luca Fusari)

Quando l’Estonia ha riconquistato la sua indipendenza nel 1991, dopo il crollo dell’Unione Sovietica, meno della metà della sua popolazione aveva una linea telefonica e il suo unico legame indipendente col mondo esterno era un telefono cellulare finlandese nascosto nel giardino del ministro degli esteri.
Due decenni più tardi, è un Paese leader mondiale nella tecnologia. I geek estoni hanno sviluppato il codice alla base di Skype e Kazaa (la prima rete di file-sharing). Nel 2007 è diventato il primo Paese ad avere una votazione on-line in una elezione politica nazionale. E’ tra le nazioni al mondo ad avere la più veloce banda larga e detiene il record delle start-up per persona. I suoi cittadini, 1,3 milioni di abitanti, pagano i parcheggi con i loro telefoni cellulari e hanno le loro cartelle cliniche archiviate in una cloud digitale. La presentazione di una dichiarazione dei redditi annuale on-line, come il 95% degli estoni fanno, richiede circa cinque minuti. Come ha fatto il più piccolo Stato baltico a sviluppare una cultura tecnologica così elevata?.
Le fondamenta furono poste nel 1992, quando Mart Laar, allora primo ministro dell’Estonia, ha rianimato la piatta economia. In meno di due anni il suo giovane governo (età media: 35 anni) ha dato all’Estonia una flat tax, il libero scambio, una moneta solida e le privatizzazioni. Nuove imprese poterono essere registrate senza intoppi e senza ritardi, un grande stimolo per i geek in agguato.
Le deboli infrastrutture, retaggio dell’era sovietica, han fatto sì che la nuova classe politica avesse carta bianca. Quando la Finlandia ha deciso di passare ai collegamenti telefonici digitali, offrì gratuitamente le sue arcaiche reti telefoniche analogiche degli anni ’70 all’Estonia. L’Estonia rifiutò la proposta e ha costruito di sua iniziativa un sistema digitale. Allo stesso modo, il Paese è passato dal non avere un catasto alla creazione di uno non cartaceo. «Abbiamo saltato certi passaggi … Mosaic [il primo browser web popolare] era appena uscito e tutti erano su un piano di parità», ricorda il presidente Toomas Hendrik Ilves. Pur privo di un’eredità tecnologica, i giovani ministri del Paese ebbero fede in internet.
Fu realizzato un progetto a livello nazionale per dotare le aule con i computer e nel 1998 tutte le scuole erano connesse. Nel 2000, quando il governo dichiarò l’accesso ad internet come un diritto umano, il web si diffuse in quei luoghi remoti. La connessione Wi-Fi è diventata comune. I timbri, la carta carbone e le lunghe code hanno lasciato spazio all”e-government’.

Il settore privato è cresciuto: la vendita di Skype ad eBay nel 2005 per 2,6 miliardi di dollari, ha creato una nuova classe di investitori estoni, che ha fatto decine di milioni di euro dalle loro partecipazioni azionarie, mettendo la loro esperienza e i loro ideali a buon frutto. Oggi Tehnopol, un polo d’attività tecnologica a Tallinn, la vivace capitale del Paese, ospita più di 150 aziende tecnologiche.
Dato il piccolo mercato interno del Paese, le start-up sono stati costretti a pensare globale, dice Taavet Hinrikus, primo dipendente di Skype e co-fondatore di TransferWise, un servizio di trasferimento di denaro peer-to-peer, i cui clienti sono sparsi in tutta Europa e in America. Secondo la Banca Mondiale, più di 14 mila nuove imprese sono state registrate in Estonia nel 2011, il 40% in più rispetto allo stesso periodo del 2008. Le industrie ad alta tecnologia rappresentano oggi circa il 15% del PIL.
Come è possibile per altri Paesi, che non hanno piccole dimensioni, seguire l’esempio dell’Estonia? «E’ un po’ antipatico dire, ‘fate quello che abbiamo fatto’», spiega Ilves. Egli sostiene che il successo dell’Estonia non è tanto nella sua eredità tecnologica, quanto nel mutamento del “pensiero ereditato”.
Replicare, per esempio, una procedura per la tassa sui depositi dal cartaceo al virtuale, non va bene, bisogna invece avere dei moduli pre-compilati in modo che il contribuente debba solo controllare i calcoli fatti dal sistema. L’istruzione è troppo importante: l’anno scorso, in un partenariato pubblico-privato, è stato annunciato un programma chiamato ProgeTiiger (‘Programmazione Tiger’), per insegnare già a cinque anni le basi della codificazione informatica. «Negli anni ’80 tutti i ragazzi del liceo volevano essere una rock starora tutti nelle scuole superiori vogliono essere imprenditori», spiega Hinrikus.