Stephen Hawckins

Noi esseri umani siamo dei tipi curiosi. Siamo sempre a caccia di risposte. Le inseguiamo sui terreni più ardui, chiedendoci se la vita ha un significato. Penserete che si tratti di una questione filosofica, ma, secondo me, la Filosofia è morta. La risposta è nella Scienza. Stephen Hawckins, Disegno dell’Universo, parte II.


... e miglior ventura per noi sarebbe se i problemi di Firenze e della Toscana fossero visti e risolti con l’ occhio e le decisioni dei Fiorentini e dei Toscani”. Anonimo toscano

Chi nella vita crede di procedere senza le sacre leggi della logica e della matematica, si pasce di confusione. Leonardo da Vinci

mercoledì 8 ottobre 2014

La fine del settore industriale in Toscana

Dall' Ufficio Stampa 
TOSCANA STATO per l'Indipendenza della Toscana


Continua l'opera di annientamento scientifico dell'industria in
Toscana . In questi ultimi anni ne abbiamo viste parecchie : il
massacro del settore tessile a Prato,la crisi della Lucchini e lo
spegnimento dell'altoforno, la fuga di Fincantieri da Livorno,
eccetera eccetera eccetera.
Vertenze che dimostrano l'incapacità, la negligenza e anche il dolo
intenzionale dello Stato italiano nell'amministrare gli interessi
della gente di Toscana : questo ormai è un fatto politico di cui tutti
i toscani devono prendere coscienza.
Lo Stato italiano, burletta in Europa e ormai fallito
finanziariamente, privilegia interessi esterni alla Toscana, e sta
trattandoci come estrema periferia di Roma o al massimo come "terra di
mezzo" fra la parassitaria capitale, con il Sud, e la pianura padana.
Per tutelare questi "poli" di interesse, non si esita a smantellare,
sia per inazione sia per deliberata intenzione, le industrie del
nostro territorio, che nella storia indipendente è stato invece sempre
florido e produttivo, facendo sprofondare nella disperazione migliaia
di famiglie e facendo perdere fondamentali knowhow all'industria
toscana (come nel caso eclatante dei Cantieri Navali di Livorno).
Ora siamo alla nuova puntata di questa grande opera strategica mirata
a trasformare la Toscana in una "idealizzata" Disneyland a tema
rinascimento e medioevo che vive soltanto di alberghi, ristoranti e
agriturismi, alla mercé dei capricci dell'industria del turismo.
Ora è la volta della Raffineria Eni che sarà l'ennesimo tassello di un
processo che trasformerà il porto di Livorno, strategico
economicamente per la Toscana, da attrezzato e competitivo porto
industriale dell'alto tirreno, avampaese dell'Europa sviluppata sul
Mediterraneo, in un mero scalo per crocieristi. Mentre Genova, con la
complicità di Roma, si sfrega le mani : l'antico e mai domato Porto
Pisano è alle corde.
Se salta lo "Stanic" (come i livornesi chiamano affettuosamente la
Raffineria ENI) ci sono a rischio oltre mille posti di lavoro, senza
calcolare l'indotto, una bonifica ambientale da oltre un miliardo di
euro da effettuare con urgenza, ma soprattutto è in gioco la politica
industriale della Toscana che deve reagire per non essere messa
definitivamente, e beffardamente, nell'angolo da un Paese meschino a
cui ha dato quasi tutto (buona parte di quello di cui si può vantare
all'estero) senza ricevere quasi niente.
E' necessario anche sottolineare l'incapacità della classe dirigente
locale dominata da una sinistra d'apparato che per autoalimentarsi al
potere con il meccanismo della clientela, strada da sempre
privilegiata rispetto al genuino consenso, è dovuta venire a patti con
ciniche logiche d'interesse ed ora si ritrova obtorto collo impotente
e ricattata di fronte a scelte che vanno contro il nostro territorio.
L'altra parte di sinistra ideologizzata si comporta come se vivessimo
ancora nella Guerra Fredda, ripetendo slogan stantii di mezzo secolo.
Una tenaglia stile Stalingrado, che rende inetti nel cogliere e dare
corretta e compatta interpretazione identitaria a quello che sta
accadendo, come sarebbe accaduto in altre "regioni" d'Europa, come in
Scozia o in Catalogna, o anche d'Italia, come in Sardegna o in Veneto.
Non dobbiamo fare la solita figura da bischeri, come già sottolineò il
grande Indro Montanelli, esemplificata chiaramente nello "scippo" del
rottame della Concordia : in Toscana i danni, in Liguria il lavoro.
Non calcolando, ovviamente, per palese irrilevanza, che a capo del
Governo ci sia una marionetta originaria di Rignano sull'Arno.
Il nostro messaggio è che non dobbiamo rassegnarci a vedere scomparire
l'industria dalla Toscana, settore strategico per la sua sopravvivenza
e indipendenza  : non dobbiamo rassegnarci a vendere soltanto panini e
cartoline ai croceristi, come forse desidera qualche balordo a Roma.
Ma questo soltanto con la strada dell'autodeterminazione e
dell'indipendenza si può perseguire, e questo deve essere chiaro a tutti
: la Toscana si deve autogovernare affinché possa tutelare
efficacemente i propri interessi.

TOSCANA STATO per l'Indipendenza della Toscana
Ufficio Stampa
www.toscanastato.org

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