Stephen Hawckins

Noi esseri umani siamo dei tipi curiosi. Siamo sempre a caccia di risposte. Le inseguiamo sui terreni più ardui, chiedendoci se la vita ha un significato. Penserete che si tratti di una questione filosofica, ma, secondo me, la Filosofia è morta. La risposta è nella Scienza. Stephen Hawckins, Disegno dell’Universo, parte II.


... e miglior ventura per noi sarebbe se i problemi di Firenze e della Toscana fossero visti e risolti con l’ occhio e le decisioni dei Fiorentini e dei Toscani”. Anonimo toscano

Chi nella vita crede di procedere senza le sacre leggi della logica e della matematica, si pasce di confusione. Leonardo da Vinci

mercoledì 22 maggio 2013

IL GONFALONE TOSCANO

IL GONFALONE DELLA TOSCANA

Evviva il gonfalone della Toscana !!!!! .... anzi No

L'attuale gonfalone della Regione Toscana, patetico tentativo di riassumere in una bandiera sia i colori della Regione, sia un evento storico di mero cambiamento di regime dal fascismo all’anti-fascismo (così, come diceva Longanesi, di fascismi ne abbiamo due), lasciando intatta la struttura dello stato, evoca un enorme canovaccio da cucina con le sue brave banda laterali, rosse, in questo caso, senza alcun rispetto per le  regole dell'araldica. Infatti, al centro del gonfalone, campeggia un cavallino rampante di uno smorto color grigio, l’ unico colore che in araldica non esiste.
    Col rispetto dovuto ai ricordi della Resistenza toscana, non può un cavalluccio alato diventare il simbolo della Toscana - e quando mai un pegaso, sia pure metaforicamente o mitologicamente, ha bazzicato da queste parti? - . Per di più si è voluto strafare col grigio.
    Di più. Ma da dove è venuto quel cavallino? Davvero non lo riconoscete? Siete troppo giovani, beati voi, per ricordarlo: è il cavallino della Mobil Oil Company, un tempo presente su tante pompe di benzina! Ma si è proprio lui, rinvenuto nel 1944 in forma di clichè in una tipografia fiorentina, facile da usare per il suo disegno a tratto e usato, in mancanza d’altro e di un po’ di fantasia, dal C.L.N. fiorentino a far da mosca cocchiera a una Toscana in vena di novità, dopo che gli Americani avevano fatto il resto.

Ultimamente, da qualche parte, si è tirato fuori un pegaso di Benvenuto Cellini: mah! un tardivo infelice tentativo di mettere una pezza a una scelta faziosa e supponente, niente di più.

E come non notare l'insidia nascosta nel cavallino? Un emblema dell'odiato capitalismo petrolifero guerrafondaio, innalzato a emblema di una regione in fregola di cambiare in fretta la camicia, quella nera ormai demodé, in quella rossa di una rivoluzione ben più remunerativa, almeno in Toscana, nel segno del sol dell'avvenir, luminosamente stalinista.....
    Ma non ci si è fermati al gonfalone; senza alcun rispetto per le autonomie locali, si ordina a tutti i Comuni della Regione di fregiare i mezzi delle varie Polizie Municipali col cavallino alato della Mobil Oil Co., sempre di grigio smorto in campo rosa.
    Avete mai sentito di qualche Comune che si sia ribellato a questa inutile ed uniformante ordinanza? No!! Se un Sindaco è Sindaco, lo sa lui perché. Come può una volta insediato dire di no “alli Superiori"? Sarà costretto ad allinearsi su ogni argomento, ignorando completamente le scelte che potrebbero rappresentare un interesse per le comunità che rappresentano.

Rimane da spiegare il movente di tale ordinanza. La risposta che ci viene spontaneo ipotizzare è quella di una volontà di sradicare, perfino all’interno della regione, ogni possibile traccia di campanilismo da ogni Comune e da ogni comunità, un chiaro intento di appiattire ogni differenza cittadina, un ulteriore tentativo di eliminare culture e memorie storiche che potrebbero instillare conati di libertà con conseguenti tentazioni del "fai da te", e chi fa da sé fa per tre, appiattendole in un limbo di ignoranza e di cultura del nulla.
    Per quanto detto finora, questo canovaccio, nella sua miseria di simboli e di fantasia, non può certo rappresentare una Regione come la nostra, la cui storia spazia dai Longobardi ai giorni nostri, con illustri precedenti celti ed etruschi cancellati dalla dominazione romanesca.
    Pertanto facciamo voti affinché si esca al più presto dalla legalità di questo Gonfalone  e si rientri nella legittimità della Storia della nostra terra e della nostra gente, che si mette in cammino come Toscana, con Ugo di Tuscia alla fine del X secolo, dopo oltre quattro secoli di incubazione longobarda e franca.
    Ed è proprio la bandiera tratta dall’arma di Ugo il Grande, tre pali d’argento (bianco) in campo di rosso, che volti a bandiera diventano quattro fasce di rosso alternato a tre fasce di bianco, che dovrebbe a buon diritto rappresentare la nostra Nazione Toscana.

V.Gai- R.Redini

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