Stephen Hawckins

Noi esseri umani siamo dei tipi curiosi. Siamo sempre a caccia di risposte. Le inseguiamo sui terreni più ardui, chiedendoci se la vita ha un significato. Penserete che si tratti di una questione filosofica, ma, secondo me, la Filosofia è morta. La risposta è nella Scienza. Stephen Hawckins, Disegno dell’Universo, parte II.


... e miglior ventura per noi sarebbe se i problemi di Firenze e della Toscana fossero visti e risolti con l’ occhio e le decisioni dei Fiorentini e dei Toscani”. Anonimo toscano

Chi nella vita crede di procedere senza le sacre leggi della logica e della matematica, si pasce di confusione. Leonardo da Vinci

venerdì 17 maggio 2013

Mauro Aurigi

LA CIVILTÀ COMUNALE

Stralci, e qualche nota, a cura di rredini

Parte prima

Antefatto - Nel 1143, Otto von Freising, l’arcivescovo studioso Ottone di Frisinga, zio del Barbarossa, scopre allibito che in totale contrasto col pensiero unico mondiale, per cui non era possibile nessuna forma di società in assenza di una monarchia ereditaria (e consacrata dal Papa!), nell’Italia (0) del centro-nord i cittadini si governano invece da soli. Inconcepibile!! Chi erano, questi alieni?!
 
0 - [Sarà bene distinguer subito un’ Italia geografica, come la intendeva von Metternich*, e un’ “Italia” statale, come certo Savoia Vittorio Emanuele (di Carlo Alberto e di Maria Teresa d’Austria-Lorena, nato nel 1820 a Torino e ivi residente in piazza Castello) la intese dal 1861 con tutti i suoi servi, coscienti e incoscienti; e come, purtroppo, la continuano a intendere tuttora i suoi discendenti, i servi dei suoi discendenti, e i discendenti dei suoi servi. Per cui, se non metti le virgolette alla prima, geografica, è giocoforza metterle alla seconda, statale, per tenerle ben distinte, e non confonderle come si fa arbitrariamente e abusivamente, appunto, dal 1861- ndr]

[*‘La parola Italia è una espressione geografica, una qualificazione che riguarda la lingua, ma che non ha valore politico che gli sforzi degli ideologi rivoluzionari tendono ad imprimerle, e che è piena di pericoli per la esistenza stessa degli Stati di cui la penisola si compone'        Klemens Wenzel Lothar von Metternich-Winneburg (1773-1859)]

 
    Vi è un enorme divario tra gli studiosi anglosassoni e quelli “italiani” a proposito di un periodo della nostra storia, quello comunale; che fu cruciale, secondo gli anglo-sassoni, per lo sviluppo successivo del pensiero politico dell’Occidente (e quindi del mondo), e trascurabile o addirittura negativo secondo gli “italiani” per la discutibile evoluzione della nostra società nei periodi successivi. Così gli anglosassoni vedono nello sviluppo del pensiero politico italiano dell’ epoca (l’ Umanesimo) l’ indiretta origine del repubblicanesimo puritano del XVII secolo e quindi dell’ attuale loro primato culturale ed economico nel mondo(1).
 
1 - Washington e Jefferson per realizzare il nuovo stato repubblicano dovettero, per es., guardare anche all’ unica grande repubblica sopravvissuta al mondo: quella di Venezia. [L’ altra, più piccola, era quella di Lucca. Genova invece aveva dovuto soccombere da pochi anni alla tracotanza sabauda; né valse la memoria della rivolta di Balilla del 1746, né la rivolta del 1849, per scrollarsi di dosso l’ odiata tirannia dei Savoia - ndr]
 
    Invece gli “italiani” fanno risalire a quel periodo, caratterizzato dal frazionamento territoriale e dalla conflittualità politica, le ragioni del nostro ritardato sviluppo nei confronti dell’Occidente avanzato e della gracilità del nostro sentimento nazionale (2).
 
2 - Carlo Carlucci, in un articolo del marzo 2001, Viva l’ “Italia”, dice “..la rinascita delle città-stato in Italia [una volta rimossa la pressione dell’impero romano] fu fatale all’ unificazione di questo paese” [Non dice però chi mai avesse ordinato, a quale titolo, con quale diritto, e perché, l’ unificazione di “questo paese”.  ndr]
 
    E’ un fatto incontrovertibile che c’ è più sviluppo, senso civico e sentimento nazionale nel Nord-“Italia” che visse l’esperienza comunale, piuttosto che al Sud, dove non solo mancò quell’ esperienza, ma vi era stato proprio il contrario, la  corposa  esistenza di due stati solidamente unitari e assolutamente accentrati, tra i più antichi e famosi del mondo: lo Stato della Chiesa e il Regno di Napoli o delle Due Sicilie.
    Non si capisce, o non si vuole capire, o non si vuole far capire, come la civiltà comunale sia ancora l’unica responsabile dell’odierno maggiore sviluppo, non solo economico ma anche civile, del Nord-“Italia” rispetto al Meridione.
    Fatto sta che fin dagli albori della storia e per 10.000 anni, la società dell’uomo si era organizzata sulla base di due pilastri fondamentali: il monopolio del potere politico dell’ aristocrazia su tutte le altre classi sociali da una parte, e la condizione servile del resto della popolazione dall’ altra. E’ con i Comuni italiani (toscani per primi) che quell’ ordine viene scardinato fin nel profondo: da allora, progressivamente, la società dell’uomo non sarà più la stessa. Sono i liberi Comuni infatti che, per la prima volta in quei 10.000 anni, aboliscono il privilegio divino di gestire la comunità, goduto da sempre da re, papi e imperatori e dalla casta nobile dei sacerdoti e militari (7). E contemporaneamente è sempre nei Comuni che per la prima volta (e mille anni dopo l’ avvento del Cristianesimo!) viene abolita la schiavitù!
 
7 - E’ nel 1300 comunale italiano che viene coniata la locuzione sovranità popolare (Bartolo da Sassoferrato e Marsilio da Padova).
 
E’ da allora che data l’inizio del pensiero politico occidentale, quello fondato su libertas, iustitia ed aequalitas (10) : culturalmente  non c’ era mai e non c’ è più stata (e forse non ci sarà mai più) una frattura altrettanto netta col passato.
 
10 - All’ uguaglianza e alla giustizia ovviamente non si giunse mai [la perfezione non è di questo mondo - ndr] ma vi si tese sinceramente. Il Commines, viaggiatore e diplomatico francese del 1400, riporta scandalizzato come a Venezia l’offesa del nobile al plebeo fosse punita alla stessa stregua di quella del plebeo al nobile. A Siena si obbligava la corporazione degli avvocati a garantire ai poveri l’assistenza legale gratuita davanti al tribunale, e quella dei docenti universitari a tenere corsi agli analfabeti. Sempre a Siena nel 1309-1310, con eccezionale precocità veniva tradotto dal latino al volgare ed esposto al pubblico il corpo delle leggi (il Costituto) per facilitarne l’accesso a le povere persone e le altre persone che non sanno gramatica. [A Lucca il Consiglio del Popolo delibererà più tardi (1539) che a publico bene, le sue Municipali Leggi (..) nella volgare e nativa toscana lingua tradotte siano - ndr]

 11 - Non si capisce quindi perché si continui a considerare il feudalesimo e la civiltà comunale appartenenti allo stesso evo: il Medio.

 
    Più semplicemente: senza l’abolizione allora del potere aristocratico e dello stato servile, non ci sarebbe oggi la civiltà occidentale o, meglio, essa non si distinguerebbe da quelle che l’ hanno preceduta e da quelle che occidentali non sono.
    Ma è sul piano economico che la civiltà comunale ha effetti ancor più dirompenti. L’ abolizione dei privilegi politici della nobiltà d’ origine feudale e l’affrancamento dalla schiavitù delle fasce più basse della popolazione, favorisce l’edificazione, contro la società verticale (gerarchica) del feudalesimo, di una società organizzata orizzontalmente per gilde, corporazioni, confraternite, contrade, società religiose laicali, compagnie militari, rionali ecc., da cui scaturisce il modo nuovo, non gerarchico, di governare la comunità.
    E’ da questo humus particolarissimo e straordinario della società orizzontale e dell’ anonimato politico (mai una società simile si era vista fino ad allora sulla faccia della terra) che, quale complemento del rispetto e della solidarietà verso il prossimo, nasce nei rapporti interpersonali un sentimento che mai le comunità dell’ uomo avevano conosciuto: la fiducia tra estranei (12).
 
12 - Fino a quel momento e da sempre il rapporto di fiducia era circoscritto a due ambiti aventi carattere strettamente verticale: quello familiare e quello politico-clientelare (come nel sistema feudale o mafioso o autocratico).
 
    La fiducia tra estranei, per la prima volta nella storia, consente al risparmiatore di affidare i propri risparmi al banchiere e a questi di prestarli al mercante (invenzione della banca e dell’ accomandita). Risulterà decuplicata rispetto al resto del mondo, la capacità di fare impresa, manifatturiera commerciale e finanziaria, con conseguente aumento della ricchezza e del potere politico.
    Sono questi i motivi per cui alcuni studiosi anglosassoni trovano l’ inizio di quell’era paragonabile solo alla scoperta dell’ agricoltura quasi 10.000 anni prima e alla rivoluzione industriale quasi 1000 anni dopo.
    In sostanza, già nell’ XI secolo, la borghesia nord-italiana finalmente giunta al potere (in Francia e in America dovrà aspettare il secolo dei lumi, altrove dovrà aspettare molto di più o non c’è ancora riuscita) comincia a restituire un valore al termine libertas (15).
 
15 - Secondo lo Zingarelli il termine italiano libertà viene usato la prima volta nel 1319. Mario Ascheri dell’ Università di Siena individua in Libertas, Honor Civitatis, Iustitia et Aequalitas i valori ideologici prioritari della Repubblica senese, ovviamente riferibili anche agli altri Comuni. Ci vorranno altri 5 o 600 anni prima che Oltralpe risuoni il grido “liberté, fraternité, egalité”.
 
    E’ il momento in cui si mette in moto il circolo virtuoso, che allora si capiva assai più di quanto si capisca oggi: libertà (ossia indipendenza, autonomia, autogoverno, partecipazione, uguaglianza politica ecc.) > ricchezza > cultura > arte. Non c’ è produzione di ricchezza senza libertà, né produzione di cultura senza ricchezza, né  produzione d’ arte senza cultura (16,17).
 
16 - Non esistono popoli ricchi e popoli poveri; ma popoli liberi, per cui sono ricchi (in proporzione ai livelli di libertà conquistati), e popoli oppressi per cui sono poveri. La Svizzera è povera e montuosa come l’ Albania, anzi peggio perché priva del mare, ma vi abita il popolo più ricco e civile del mondo perché da sempre è il popolo più libero del mondo. Mentre in Albania...
 

 17 - Le ragioni dell’arretratezza economica, culturale e artistica, di una società organizzata verticalmente, ossia non libera (la società feudale non meno di quella mafiosa o di quella autocratica) sono facilmente intuibili: esse risiedono nel sistema premiante che è basato sul principio della fedeltà e non su quello del merito (o della giustizia) come invece avviene in una società orizzontale, proprio perché priva di una gerarchia dominante. Cosa succeda in un ospedale, un esercito, una banca, in un sistema economico o in un paese, se si premia il più fedele (come avviene in ‘Italia’, paese in pratica a struttura verticale) invece del più bravo, non ha bisogno di essere ulteriormente illustrato.
 
    Quel concetto di libertas non era legato solo all’ indipendenza dallo straniero o da un principe lontano, ma anche e soprattutto  dal dominio di uno o di pochi (una famiglia eminente, una fazione o partito) sul proprio Comune, che allora veniva inteso come comunità di uomini liberi, solo sottomessi alle leggi da loro stessi emanate.
    E per impedire che uno o pochi s’ impossessassero delle magistrature repubblicane per instaurare una signoria, con conseguente perdita della libertà e immediata interruzione del circolo virtuoso libertà > ricchezza, il potere veniva frazionato in un’ infinità di magistrature, con incarichi affidati non solo con le elezioni, ma anche - sempre al fine di mortificare gli appetiti delle fazioni (partiti) e dei cittadini più ambiziosi che le capeggiavano - per sorteggio e per durate brevissime (anche due mesi) senza rinnovo alla scadenza se non dopo lunghi periodi. Spesso, quando si assegnavano gli incarichi più importanti, come quello del Doge a Venezia, si privavano di ogni altro incarico pubblico i familiari del designato (20, 21).
 
20 - Una legge a Venezia faceva decadere dalla candidatura chiunque fosse scoperto a farsi propaganda politica personale. Vogliamo qui ricordare il complicato sistema seguito per la nomina del Doge, per stroncare o rendere inutile la formazione dei partiti, sempre e giustamente sentiti come una minaccia per la Repubblica: il Gran Consiglio (da 1000 a 2000 capifamiglia) eleggeva 30 nominativi, ridotti poi per sorteggio a 9; i 9 ne eleggevano 40, ridotti per sorteggio a 12; i 12 ne eleggevano 25, ridotti per sorteggio a 9; i nove ne eleggevano 45, ridotti per sorteggio a 11; gli 11 ne eleggevano 41 che poi eleggevano il Doge. Ma non era finita, perché questi infine doveva sottoporsi all’approvazione dell’ Assemblea Generale del popolo riunita in Piazza San Marco.
 

21 - Deve anche essere considerato che esisteva un altro incarico pubblico che tutti i cittadini maschi sin dall’ adolescenza (più o meno dai 15 fino ai 70 anni) indistintamente ricoprivano: quello di componente di una delle compagnie militari territoriali (come ancora oggi nella Confederazione Elvetica).  [Oggi in “Italia” si è organizzato un esercito mercenario. Un bel progresso, non c’ è che dire! - ndr]
 
• Dello stesso Autore: IL PALIO (o della libertà), Il Torchio, Monteriggioni (SI) 2006.

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